DevilStars Club Buell Italia

grande 99%...
leggo a occhi aperti e a stamaco chiuso e devo
dire a malincuore che vivo dentro cio che hai scritto!!!

ne ho cambiate di moto anch'io, ne ho fatte di cadute anch'io e ne ho visti di amici morire avanti ai miei occhi, (non ti sto a descrivere i dettagli sarebbe troppo)causa "Guardrail"!!! (tra cui 2 persi in paese)
dopo la vendita della mia moto nell'estate 2005, il mio primo anno e stato tremendo, il secondo un po meno il terzo sembrava finire... ma poi ti accorci che la malattia ce l'hai dentro!!
dopodomani sono in concessionaria a ritirare la mia signoria, da premettere che in casa(vivo con i miei) non sanno nulla, e prego il Dio che non lo vengano Mai a sapere!!!

VOGLIO DIRTI SOLO UNA COSA....




BISONA AVER PAURA DELLA MOTO PER ANDAR IN MOTO!!!
altrimenti sei fottuto!!!
io non sono padre e quindi non posso capire (anche se immaggino) cosa vuol dire esserlo...
onore e rispetto alla tua scelta ma non la condivido!

la moto non uccide...

un abraccio!!!

ne passiamo tante ogni giorno per decidere di mollare le uniche passioni che ci distraggono dalla merda che vediamo in certi momenti.
tu sai a cosa mi riferisco, mollare nn farà bene a nessuno in realtà.

Ciao bello, ciò che segue l'ho scritto in un altro forum nel Luglio 2005.
Se ti dice qualcosa è tutto per te:
Visto che oggi siamo nelle confidenze vi svelerò un segreto:
ormai è noto che a Luglio ho rischiato la vita con la moto per cause ancora sconosciute. Di sicuro mi si è intraversata la moto in un curvone in piena discesa ad andatura "allegra".
L'ultimo ricordo è la violenza con cui sono stato scaraventato in aria, poi più niente.
Quando mi sono risvegliato in terra non riuscivo a muovermi e ci sono rimasto per un po'. Pensavo a qualsiasi cosa e ricordo che lo facevo serenamente fino a che, ad un altro tentativo, ho sentito un braccio che rispondeva, poi l'altro, poi una gamba, poi l'altra e poi anche la terza. Non so perchè ho avuto la certezza che ne sarei uscito bene e ho trovato la forza di alzarmi.
Ricordo di essermi seduto sul marciapiede appoggiato con la schiena ad un muretto.
Ero distrutto, in un mondo tutto mio e aspettavo che mi venissero addosso tutti i dolori del mondo in ogni parte del corpo cercando di capire dalle sensazioni se avevo qualcosa di grave.
Vedevo le ambulanze che arrivavano, la gente che mi assaliva, il caos... e non me ne fregava niente.
Ho dovuto difendermi a bestemmie a bassa voce da chiunque volesse toccarmi e sono riuscito a firmare moduli di ogni tipo tenendo una biro fra le dita aperte perchè non si muovevano.
Cari amici mi hanno portato a casa ed è iniziato l'inferno: penso che i primi tre giorni ho attraversato ogni mondo sconosciuto del dolore in ogni parte del corpo.
Metà gonfio e metà livido senza muovere la testa.
Poi sempre meglio fino a che a settembre camminavo decentemente e da qualche settimana riesco a ruotare la maniglia della porta blindata con la mano destra senza bestemmiare dal dolore.
Non ho voluto vedere un dottore.
La moto. Non mi interessava proprio se non per il danno monetario.
Ho pensato di aver perso la passione e l'ho sistemata giusto per venderla.
Poi ho deciso di tenerla non so per quale motivo, probabilmente perchè rappresentava il legame con gli amici.
E' arrivata la Sardegna con tutti i dubbi sull'andatura che sarei riuscito a tenere con le paure che avevo dentro.
Siamo partiti e mi sono accorto di non avere paura, ero solo terrorizzato ad ogni curva che arrivava.
Continuavo a spostarmi sulla moto, non riuscivo a buttarla giù e mi attaccavo sempre ai freni: paura bella e buona.
Avevo Max davanti che se ne andava e Giorgio dietro solo per rispetto.
In poche parole le prime ore sono state un incubo.
Seguendo Massimo ho imparato a portare in giro la mia prima moto da strada, una X1 e seguendo Massimo ho ritrovato la fiducia nella moto nel pomeriggio dello stesso giorno.
Siamo ripartiti dopo pranzo e gridando ad ogni curva le ho spaventate tutte, piegando sempre di più fino a che abbiamo ingaggiato la guerra con la "guida" dell'isola e l'abbiamo lasciato dietro.
Mi sono sentito felice come poche volte e ho amato la mia moto.
Oggi tengo i collettori e i comandi delle luci graffiati perchè sono la prima cosa che vedo quando entro in garage e quando salgo sulla moto. E non l'ho mai lavata dall'incidente perchè deve stare "punita".
Gli amici. Prima andavo ai run solo per divertirmi correndo ed oggi anche, ma ho scoperto che amo le persone che frequento ormai da qualche anno sulle strade e a loro sono grato perchè le sento vicino anche quando non ci vediamo.
Ho capito che la moto per me è una forma di espressione e, se avessi permesso alla paura di vincere sarei diventato uno stronzo normale qualunque.
Amen.

...comunque credo che l'unico che puo' prendere una decisione sei tu, l'importante e che tu sia sereno nel prenderla...gli amici se sono tali non si dimenticheranno di te

Perché tutti possano cogliere... anche chi è di passaggio!!!





Ciao ragazzi... sono il vostro 99%... è molto tempo che mi limito ad apparire in forma "invisibile" e leggo i vostri interventi e purtroppo apprendo le cattive notizie... come quelle riguardanti il Madda, il Gutte e gli altri... fortunatamente con risvolti non pesanti...

Ahimé quello che io speravo non fosse invece E'!!!!

Ho seri problemi al ginocchio sinistro, quello interessato nella caduta avvenuta il 26 aprile u.s... sicuramente sono duro a morire ma ahimé ho interpretato questo avvenimento come un segnale nitido, che in 19 anni di moto non ho mai avuto, sul fatto che probabilmente è giunto il momento di mettere il casco al chiodo...

Non ho piacere a scrivere questo ma sono, mio malgrado, costretto...
Prima di essere motociclista sono padre e uomo... nonché "tutore dell'ordine"... e in queste vesti sento delle responsabilità dirette ed indirette a seconda dei casi...

Dopo mesi di riflessione ho ponderato molto ciò che mi è accaduto...
La sequenza di cadute avvenute a breve termine ed una più grave dell'altra... sempre in crescendo...

Il Guardrail "ammazza motociclisti" così vicino a me ed al mio capo... beh non vi nego che mi ha tolto molto del "gas" che tutti voi ben conoscete.. non sono sereno e non riesco a convincermi che son cose che capitano... perché questa volta a differenza delle molteplici avute nella mia cariera di "biker".. (19 anni, non son pochi, lavorando e non) questa volta... beh... ho rischiato... e parecchio...

Con questo non voglio angosciare nessuno.. voglio sollevare un monito.. un messaggio che possa essere utile per tutti noi...

Stanno succedendo troppo spesso le cadute di compagni "d'arme"... troppo spesso si legge o si ascolta sui telegiornali di motociclisti investiti ed abbandonati al loro destino (vedi Gutte) o di motociclisti morti o feriti per inadempienze e inadeguatezza delle strade...

Mi dispiace... ma io non me la sento... non nego e non mi vergogno di dire che HO PAURA... seppure è un sentimento a me molto ignoto... ma ho paura di lasciare un figlio orfano... e quant'altro... e per cosa... per aver trascurato dei segnali o degli avvertimenti?? o perché ero troppo preso dalla mia "passione" per capire che era il caso di smettere... No... non voglio... Vi voglio bene a tutti... sapete che ho un legame particolare con ognuno di voi... ma non posso seguirvi... non posso rimanere... è comunque una sofferenza vedervi sui vostri "bolidi rombanti" e sentire in me "l'istinto" a seguirvi e doverlo frenare....

Ieri ho incontrato il Cafone... in moto... ed ero con il mio bimbo... guardavo la moto del Cafo e guardavo mio figlio... il suo sguardo così preso e catturato da quella "moto uguale a quella di papà" ne ero felice ma al tempo stesso preoccupato.... Beh... voglio evitare certe brutte cose... non perché voglia fare l'uccello del malaugurio ma voglio essere previdente... ed evitare il peggio..

Vi Voglio Bene.... Diavoli!!!!



Il vostro 99%... Paolo La Bella.

Ciao bello, ciò che segue l'ho scritto in un altro forum nel Luglio 2005.
Se ti dice qualcosa è tutto per te:
Visto che oggi siamo nelle confidenze vi svelerò un segreto:
ormai è noto che a Luglio ho rischiato la vita con la moto per cause ancora sconosciute. Di sicuro mi si è intraversata la moto in un curvone in piena discesa ad andatura "allegra".
L'ultimo ricordo è la violenza con cui sono stato scaraventato in aria, poi più niente.
Quando mi sono risvegliato in terra non riuscivo a muovermi e ci sono rimasto per un po'. Pensavo a qualsiasi cosa e ricordo che lo facevo serenamente fino a che, ad un altro tentativo, ho sentito un braccio che rispondeva, poi l'altro, poi una gamba, poi l'altra e poi anche la terza. Non so perchè ho avuto la certezza che ne sarei uscito bene e ho trovato la forza di alzarmi.
Ricordo di essermi seduto sul marciapiede appoggiato con la schiena ad un muretto.
Ero distrutto, in un mondo tutto mio e aspettavo che mi venissero addosso tutti i dolori del mondo in ogni parte del corpo cercando di capire dalle sensazioni se avevo qualcosa di grave.
Vedevo le ambulanze che arrivavano, la gente che mi assaliva, il caos... e non me ne fregava niente.
Ho dovuto difendermi a bestemmie a bassa voce da chiunque volesse toccarmi e sono riuscito a firmare moduli di ogni tipo tenendo una biro fra le dita aperte perchè non si muovevano.
Cari amici mi hanno portato a casa ed è iniziato l'inferno: penso che i primi tre giorni ho attraversato ogni mondo sconosciuto del dolore in ogni parte del corpo.
Metà gonfio e metà livido senza muovere la testa.
Poi sempre meglio fino a che a settembre camminavo decentemente e da qualche settimana riesco a ruotare la maniglia della porta blindata con la mano destra senza bestemmiare dal dolore.
Non ho voluto vedere un dottore.
La moto. Non mi interessava proprio se non per il danno monetario.
Ho pensato di aver perso la passione e l'ho sistemata giusto per venderla.
Poi ho deciso di tenerla non so per quale motivo, probabilmente perchè rappresentava il legame con gli amici.
E' arrivata la Sardegna con tutti i dubbi sull'andatura che sarei riuscito a tenere con le paure che avevo dentro.
Siamo partiti e mi sono accorto di non avere paura, ero solo terrorizzato ad ogni curva che arrivava.
Continuavo a spostarmi sulla moto, non riuscivo a buttarla giù e mi attaccavo sempre ai freni: paura bella e buona.
Avevo Max davanti che se ne andava e Giorgio dietro solo per rispetto.
In poche parole le prime ore sono state un incubo.
Seguendo Massimo ho imparato a portare in giro la mia prima moto da strada, una X1 e seguendo Massimo ho ritrovato la fiducia nella moto nel pomeriggio dello stesso giorno.
Siamo ripartiti dopo pranzo e gridando ad ogni curva le ho spaventate tutte, piegando sempre di più fino a che abbiamo ingaggiato la guerra con la "guida" dell'isola e l'abbiamo lasciato dietro.
Mi sono sentito felice come poche volte e ho amato la mia moto.
Oggi tengo i collettori e i comandi delle luci graffiati perchè sono la prima cosa che vedo quando entro in garage e quando salgo sulla moto. E non l'ho mai lavata dall'incidente perchè deve stare "punita".
Gli amici. Prima andavo ai run solo per divertirmi correndo ed oggi anche, ma ho scoperto che amo le persone che frequento ormai da qualche anno sulle strade e a loro sono grato perchè le sento vicino anche quando non ci vediamo.
Ho capito che la moto per me è una forma di espressione e, se avessi permesso alla paura di vincere sarei diventato uno stronzo normale qualunque.
Amen.