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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: mi presento
 Messaggio Inviato: 18 lug 2006, 21:03 
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Iscritto il: 10 lug 2006, 21:17
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ciao ragazzi, sono vicio, sono di palero, non ho una buell ma entro l anno la comprero' e comunque ho una ragazza ke e' proprio bassa e dispendiosa come le Vs. moto!!...spero mi accoglierete ugualmente!!!!!


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 08:41 
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Hola cico!

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sfioro ma non tocco e se tocco sfonno!!!!!!!!
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"Meglio una moglie sul marciapiede che una moto giapponese"


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 Oggetto del messaggio: Re: mi presento
 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 08:59 
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Turbodefi
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...e benvenuto anche a te!!! :D


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 09:00 
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DefiKing
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Wellcome... :wink: !

...dov'è Palero?

:supergreen: :supergreen: :supergreen:

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fftò beene, fftò beeene, fftò peer mooriiiir...!

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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 09:01 
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vibra anche lei e perde i pezzi?


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 09:03 
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DefiKing
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Iscritto il: 24 gen 2006, 18:26
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Località: Contea di Assago (MI)
ilpanzer ha scritto:
vibra anche lei e perde i pezzi?

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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 09:18 
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ciao ciao! :supergreen:

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la vita ? come la scala del pollaio, corta e piena di merda :mrgreen:

i want tubi free!
ex scatolone--tubista effettivo
sezione muschiata della PSCD, chiedi a telekrema!


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 10:00 
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Hola 27cent, benvenuto!

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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 10:16 
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Località: Milano
Wellcome on board..... :supergreen:

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 Oggetto del messaggio: Re: mi presento
 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 10:24 
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Iscritto il: 19 gen 2006, 14:18
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Località: roma
27cent ha scritto:
ciao ragazzi, sono vicio, sono di palero, non ho una buell ma entro l anno la comprero' e comunque ho una ragazza ke e' proprio bassa e dispendiosa come le Vs. moto!!...spero mi accoglierete ugualmente!!!!!


HA HA HA donna perfetta per andare sul lastrico... BENVENIU'

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http://www.vadoinmotoegodo.it


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 14:53 
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Benvenuto!! Palero??..o Palermo??? :wink:


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 15:47 
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Località: UrbVetus... in termini teNNici: Orvete...
benvenutoooooooooo

....se tratti la donna come tratto la mia sx gli prende il diabete
:supergreen: :supergreen: :supergreen: :supergreen:

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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 16:20 
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Iscritto il: 19 gen 2006, 16:04
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Località: Amerigo Vespucci (imbarcato come mozzo)
ginger ha scritto:
Benvenuto!! Palero??..o Palermo??? :wink:


Recensione di ANTRACITE di Mauro Trotta (il manifesto, 25 novembre 2003)
LA LOTTA DI CLASSE DI UN PISTOLERO SOLITARIO
Le battaglie dei minatori americani nell'Ottocento nell'ultimo romanzo di Valerio Evangelisti


MAURO TROTTA

Il personaggio «principe» degli scritti di Valerio Evangelisti è, senza dubbio, Nicolas Eymerich. Ma un'altra figura si staglia, ormai, accanto all'inquisitore generale del regno di Aragona, protagonista di quasi tutti i romanzi dello scrittore italiano. Si tratta di Pantera, meticcio mezzo messicano e mezzo afro-cubano, pistolero e stregone o, meglio, palero, cioè seguace della «regla del palo mayombe». Pantera fa la sua prima apparizione in Metallo urlante, che inaugura l'omonimo ciclo, iniziato, comunque, sotto l'egida dell'inquisitore domenicano, il quale, con le sue vicende, apre e chiude il libro. Il pistolero assurge a protagonista nel secondo volume, Black Flag, caratterizzato dalla classica struttura a più livelli temporali - in questo caso il periodo della guerra di secessione americana, il 1989 e il XXX secolo - di tutti i romanzi dedicati a Eymerich. Si libera, infine, anche di questo residuo formale di stampo «eymerichiano» nel recente Antracite (Mondadori, pp. 370, € 15) ambientato nel distretto minerario della Pennsylvania, dieci anni dopo la fine della guerra civile americana.

Del resto il personaggio del palero messicano è quanto di più distante sia possibile immaginare dall'inquisitore domenicano. Se quest'ultimo è uomo di legge, inflessibile servitore di una regola ferrea, dilaniato da contraddizioni sempre represse, l'altro è un cinico pistolero, violento ed anarchico che, però, sotto la scorza di duro nasconde l'istinto, quasi animalesco, di riuscire a schierarsi dalla parte dei poveri e degli oppressi. Ispirato, per esplicita ammissione dell'autore, allo «straniero senza nome» interpretato da Clint Eastwood nei primi film di Sergio Leone - di entrambi si ignorano quasi completamente biografia e finalità - Pantera sembra essere debitore anche a quel filone del western all'italiana più influenzato dal `68, che comprende film come Quien sabe? di Damiano Damiani o Vamos a matar compañeros di Sergio Corbucci. Né alla costruzione del personaggio deve essere stata estranea una figura come quella Django, che si trascinava dietro una bara così come il messicano porta con sé il suo Nganga, un paiolo contenente un cervello umano, indispensabile per poter compiere i riti magici.

L'intero ciclo di Metallo urlante è incentratro sul tema del progressivo sostituirsi del metallo alla carne, sia da un punto di vista letterale sia alludendo al progressivo deteriorarsi dei rapporti umani sempre più fondati sul dominio e sulla violenza. Nel caso di Antracite, che si svolge all'epoca delle dure lotte di minatori ed operai contro il nuovo capitalismo industriale, si assiste al procedere inarrestabile della ferrovia, del treno che con il suo fischio lacerante «è il metallo che urla. Celebra in anticipo il suo trionfo». Ma c'è anche il carbone che copre l'intero paesaggio colorandolo di grigio e penetra, come polvere, all'interno del corpo delle persone, divorandolo. E, ancora, il carbonchio, l'antrace, terribile male che colpisce uomini e animali.

E poi ci sono le lotte contro il nuovo potere emergente, condotte da gruppi diversi e, a volte, in contrasto fra loro: dai membri dell'Internazionale, ai seguaci di Lassalle, dai Knights of Labour ai Molly Maguires, il gruppo terroristico operante tra i minatori irlandesi che assolda Pantera dando avvio alla vicenda. Dall'altra parte della barricata compaiono milizie private, esercito e guardia nazionale, Pinkerton con i suoi agenti, affaristi emergenti, politici corrotti in grado di vincere le elezioni soltanto grazie a una truffa. Insomma i vincitori, che si avviano a portare a termine la trasformazione, per ora, degli Stati Uniti. Accumunati dallo stesso Pantera a topi famelici: «Il paese sarà loro per chissà quanto tempo. Hanno capito che, se c'è un problema, basta sparargli addosso, e poi dimenticare che sia mai esistito. È il mestiere dei topi, rosicchiare libri e memorie. Risparmiano solo la carta moneta, che di memoria non ne ha».

Tra sparatorie, scioperi, attentati, cospirazioni, doppi e tripli giochi, topi e magia, la vicenda si dipana in modo avvincente e coinvolgente. L'innegabile maestria della scrittura di Valerio Evangelisti si esprime anche, da un lato nel gusto del particolare e dell'ambientazione storica, dall'altro nelle neanche troppo velate allusioni alla situazione attuale. E mai come in Antracite trova palese conferma l'interpretazione di Wu Ming 1, secondo il quale l'intero ciclo non è altro che «la gigantesca allegoria del metallo autocosciente (e urlante), che è poi il capitalismo, e la sua interiorizzazione da parte degli umani [... ] una indagine sulla disumanizzazione, la commistione tra carne e metallo, la pulsione di morte che porta il capitale a porsi come nemico assoluto di tutto ciò che è vivente».

Alla luce di quest'ultimo romanzo è, forse, possibile definire meglio il lavoro letterario di Evangelisti. Si è imposto come autore di fantascienza, vincendo il premio Urania, ma la sua science fiction è sempre stata piuttosto particolare. Si potrebbe collegarla al filone dei viaggi nel tempo, nel senso, però, che è l'autore stesso il viaggiatore, il quale si reca, nel passato o nel futuro, alla ricerca di quelle faglie temporali, quei momenti di crisi e trasformazione per raccontarli, per conservarne la memoria e mantenere aperti quegli spazi di speranza che sempre si dischiudono quando si è consapevoli che: «Se la causa è giusta, le battaglie perdute sono le più belle».

_________________
...se avesse ascoltato le richieste di "una nuova S1"
...se non ci avesse provato con Uly, Rotax e dintornidimezzogiorno...
...non avrebbe chiuso!


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 17:35 
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Iscritto il: 21 gen 2006, 01:32
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Località: in costruzione
daniele ha scritto:
ginger ha scritto:
Benvenuto!! Palero??..o Palermo??? :wink:


Recensione di ANTRACITE di Mauro Trotta (il manifesto, 25 novembre 2003)
LA LOTTA DI CLASSE DI UN PISTOLERO SOLITARIO
Le battaglie dei minatori americani nell'Ottocento nell'ultimo romanzo di Valerio Evangelisti


MAURO TROTTA

Il personaggio «principe» degli scritti di Valerio Evangelisti è, senza dubbio, Nicolas Eymerich. Ma un'altra figura si staglia, ormai, accanto all'inquisitore generale del regno di Aragona, protagonista di quasi tutti i romanzi dello scrittore italiano. Si tratta di Pantera, meticcio mezzo messicano e mezzo afro-cubano, pistolero e stregone o, meglio, palero, cioè seguace della «regla del palo mayombe». Pantera fa la sua prima apparizione in Metallo urlante, che inaugura l'omonimo ciclo, iniziato, comunque, sotto l'egida dell'inquisitore domenicano, il quale, con le sue vicende, apre e chiude il libro. Il pistolero assurge a protagonista nel secondo volume, Black Flag, caratterizzato dalla classica struttura a più livelli temporali - in questo caso il periodo della guerra di secessione americana, il 1989 e il XXX secolo - di tutti i romanzi dedicati a Eymerich. Si libera, infine, anche di questo residuo formale di stampo «eymerichiano» nel recente Antracite (Mondadori, pp. 370, € 15) ambientato nel distretto minerario della Pennsylvania, dieci anni dopo la fine della guerra civile americana.

Del resto il personaggio del palero messicano è quanto di più distante sia possibile immaginare dall'inquisitore domenicano. Se quest'ultimo è uomo di legge, inflessibile servitore di una regola ferrea, dilaniato da contraddizioni sempre represse, l'altro è un cinico pistolero, violento ed anarchico che, però, sotto la scorza di duro nasconde l'istinto, quasi animalesco, di riuscire a schierarsi dalla parte dei poveri e degli oppressi. Ispirato, per esplicita ammissione dell'autore, allo «straniero senza nome» interpretato da Clint Eastwood nei primi film di Sergio Leone - di entrambi si ignorano quasi completamente biografia e finalità - Pantera sembra essere debitore anche a quel filone del western all'italiana più influenzato dal `68, che comprende film come Quien sabe? di Damiano Damiani o Vamos a matar compañeros di Sergio Corbucci. Né alla costruzione del personaggio deve essere stata estranea una figura come quella Django, che si trascinava dietro una bara così come il messicano porta con sé il suo Nganga, un paiolo contenente un cervello umano, indispensabile per poter compiere i riti magici.

L'intero ciclo di Metallo urlante è incentratro sul tema del progressivo sostituirsi del metallo alla carne, sia da un punto di vista letterale sia alludendo al progressivo deteriorarsi dei rapporti umani sempre più fondati sul dominio e sulla violenza. Nel caso di Antracite, che si svolge all'epoca delle dure lotte di minatori ed operai contro il nuovo capitalismo industriale, si assiste al procedere inarrestabile della ferrovia, del treno che con il suo fischio lacerante «è il metallo che urla. Celebra in anticipo il suo trionfo». Ma c'è anche il carbone che copre l'intero paesaggio colorandolo di grigio e penetra, come polvere, all'interno del corpo delle persone, divorandolo. E, ancora, il carbonchio, l'antrace, terribile male che colpisce uomini e animali.

E poi ci sono le lotte contro il nuovo potere emergente, condotte da gruppi diversi e, a volte, in contrasto fra loro: dai membri dell'Internazionale, ai seguaci di Lassalle, dai Knights of Labour ai Molly Maguires, il gruppo terroristico operante tra i minatori irlandesi che assolda Pantera dando avvio alla vicenda. Dall'altra parte della barricata compaiono milizie private, esercito e guardia nazionale, Pinkerton con i suoi agenti, affaristi emergenti, politici corrotti in grado di vincere le elezioni soltanto grazie a una truffa. Insomma i vincitori, che si avviano a portare a termine la trasformazione, per ora, degli Stati Uniti. Accumunati dallo stesso Pantera a topi famelici: «Il paese sarà loro per chissà quanto tempo. Hanno capito che, se c'è un problema, basta sparargli addosso, e poi dimenticare che sia mai esistito. È il mestiere dei topi, rosicchiare libri e memorie. Risparmiano solo la carta moneta, che di memoria non ne ha».

Tra sparatorie, scioperi, attentati, cospirazioni, doppi e tripli giochi, topi e magia, la vicenda si dipana in modo avvincente e coinvolgente. L'innegabile maestria della scrittura di Valerio Evangelisti si esprime anche, da un lato nel gusto del particolare e dell'ambientazione storica, dall'altro nelle neanche troppo velate allusioni alla situazione attuale. E mai come in Antracite trova palese conferma l'interpretazione di Wu Ming 1, secondo il quale l'intero ciclo non è altro che «la gigantesca allegoria del metallo autocosciente (e urlante), che è poi il capitalismo, e la sua interiorizzazione da parte degli umani [... ] una indagine sulla disumanizzazione, la commistione tra carne e metallo, la pulsione di morte che porta il capitale a porsi come nemico assoluto di tutto ciò che è vivente».

Alla luce di quest'ultimo romanzo è, forse, possibile definire meglio il lavoro letterario di Evangelisti. Si è imposto come autore di fantascienza, vincendo il premio Urania, ma la sua science fiction è sempre stata piuttosto particolare. Si potrebbe collegarla al filone dei viaggi nel tempo, nel senso, però, che è l'autore stesso il viaggiatore, il quale si reca, nel passato o nel futuro, alla ricerca di quelle faglie temporali, quei momenti di crisi e trasformazione per raccontarli, per conservarne la memoria e mantenere aperti quegli spazi di speranza che sempre si dischiudono quando si è consapevoli che: «Se la causa è giusta, le battaglie perdute sono le più belle».



disintossicati!! :supergreen:

troppo fumo passivo da forum... :roll: :supergreen: :supergreen: :supergreen: :supergreen: :mrgreen:

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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 17:40 
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AUGH :shock: !
...accendiamo quindi il calumet della pace, dopo aver consumato quello della saggezza... :supergreen: :supergreen: :supergreen: (paSSa! paSSa...! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: )!

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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 17:43 
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Iscritto il: 06 giu 2006, 10:16
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Località: Torino
Recensione di ANTRACITE di Mauro Trotta (il manifesto, 25 novembre 2003)



Daniele, come fai di cognome: Zingarelli?

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Non ? importante raggiungere la meta, ma come la si raggiunge ......... meglio con una Buell!!!!!!!!!!!

XB9sx MY'05 DARK


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 20:47 
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Iscritto il: 12 giu 2006, 21:23
Messaggi: 4171
Località: Nei campi del Cremasco
ciao! ma che ferro hai! :shock:

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Mi piace andar forte sul dritto prima di fare l'aperitivo!


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 21:24 
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Palermo!!! siete troppo forti e troppo fusi....


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 Messaggio Inviato: 19 lug 2006, 22:08 
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Località: Amerigo Vespucci (imbarcato come mozzo)
:supergreen: :supergreen: :supergreen: :supergreen: :supergreen:
boni, boni... qui nn si passa nulla...
:supergreen: :supergreen: :supergreen: :supergreen: :supergreen:

PS Palermo???

Miiiiiiiii conterraneo, a Trapani nacqui...

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